Guai a considerare finita la stagione della Lazio: «Credo nella rimonta contro la Juventus perché credo nello spirito guerriero riportato da Tudor». Suona la carica, Lotito, alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Italia e a cinque giornate dal termine di un campionato, complicato ma incredibilmente riaperto: «Non faccio nessun calcolo per la Champions, ma a Genova ho rivisto una squadra con carattere e dobbiamo mantenerlo». Tutti uniti fino all’ultimo: «Luis ha baciato la maglia, con Immobile abbiamo chiarito, ogni altra valutazione verrà fatta a giugno». Rimane l'idea di un ringiovanimento, ma non è questo il tema adesso. Domani piuttosto serviranno almeno due reti di scarto: «Castellanos è forte, deve solo riacquistare fiducia nei suoi mezzi ed essere meno indeciso. Avete visto Kamada? Si è sbloccato di testa perché Tudor ci ha puntato e vedremo a fine stagione se si sarà convinto a restare. Ha in mano il suo destino». È scattato l'obbligo di riscatto dal Marsiglia per Guendouzi, agitato invece dal cambio tecnico: «Non esiste un caso. Nessuno può pretendere di giocare sempre, Mattéo deve stare calmo e tranquillo perché Igor lo considera e ci punta tanto. Capisco l'allenatore, è appena arrivato, deve fare le prove per vedere come sistemare al meglio la squadra in campo».
LA RICOSTRUZIONE
Le nuove idee prendono forma e forza piano piano.
LE POLEMICHE
Nuove indicazioni sul prossimo ritiro: «Avevamo pensato di restare a Formello perché le nostre strutture sono il massimo, ma alla fine andremo ad Auronzo per amore dei tifosi, perché ho rispetto della gente che ha già prenotato da tempo. Ho sistemato la questione albergo, parlato con il sindaco Galeno e, appena verranno sistemati gli ultimi dettagli, presenterò il contratto firmato». De Rossi ieri ha redarguito il patron, con cui c'è sempre stato un ottimo rapporto: «Ribadisco, non ho attaccato la Roma sul caso Ndicka, ho insegnato solo la norma a chi me lo ha chiesto. Il presidente Casini è stato ultra modo garantista perché aveva il potere di prendere la decisione in autonomia e invece l'ha rimessa al Consiglio che ha detto di attenersi allo statuto. La partita con l'Udinese non doveva essere sospesa con un codice giallo accertato, non è mai successo nella storia del calcio. La gara poteva essere ripresa la sera stessa, o quella successiva dopo le verifiche, c'erano 18 minuti da giocare. A me è successo ai tempi della Salernitana. La storia dell'Atalanta è diversa, la sfida era stata rinviata. La sospensione dice che la partita dev'essere disputata inderogabilmente entro 15 giorni, sul rinvio si può stabilire qualunque data per il recupero». Nessun regolamento di conti, conta il regolamento.